Muore Franco Franchi. Insieme a Ciccio Ingrassia, entrambi palermitani, fonda negli anni Cinquanta un duo comico di enorme successo. Girano ben 132 film, puntualmente apprezzati dal pubblico e stroncati dalla critica cinematografica. Negli anni Ottanta, Franchi cambia registro e si confronta con ruoli drammatici in “Kaos” dei fratelli Taviani e in “Tango blu” di Bevilacqu. Al funerale di Franco Franchi, partecipato da una folla commossa, Ciccio Ingrassia commenta: “Immagino ora di trovarmi in un film, nella scena del funerale di Franco, e ad un tratto il regista dice: Stop!. Purtroppo questo non è un film“.
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Art Funeral Italy di Paolo Imeri. Prodotti raffinati e alla portata di tutti.
Si svolgerà ad Amsterdam dall’8 al 12 dicembre LXRY 2016 (www.lxry.nl), uno fra gli appuntamenti più attesi nel panorama delle rassegne internazionali che riuniscono i massimi esponenti nel settore dei beni di lusso. Fra le eccellenze che rappresenteranno ai più elevati livelli il prodotto italiano di qualità spicca Art Funeral Italy di Paolo Imeri, brand specializzato nell’arte funeraria che ha da tempo abituato i propri estimatori a scoprire proprio in questo genere di eventi le ultime novità di prodotto riservate ad un mercato di nicchia. Ma il vero carattere distintivo dell’azienda di Caravaggio è quello di essere fortemente impegnata nella valorizzazione dell’artigianato italiano grazie ad oggetti dalla fortissima identità costruiti totalmente nel nostro Paese con le essenze più pregiate. Prodotti raffinati e alla portata di tutti, dal design esclusivo e dalle linee morbide e pulite: queste sono le peculiarità di Art Funeral Italy di Paolo Imeri che in Olanda presenterà un prestigioso cofano funebre in teak e una nuova linea artistica di urne cinerarie, tutti rigorosamente realizzati a mano.
Dopo 500 anni aprono la tomba di Gesù Cristo: ecco cosa hanno scoperto.
Durante una fase dei lavori di restauro del Santo Sepolcro di Gesù, gli specialisti dell’Università di Atene hanno avuto a disposizione la bellezza di 60 ore per aprire la tomba di Cristo rimasta sigillata con un’enorme lastra di marmo dal 1555. Secondo molti esperti, però, è impossibile stabilire se la tomba recentemente scoperta sia proprio quella in cui fu sepolto Gesù di Nazareth. La presenza di altre tombe, però, spiega chiaramente che quella zona era un cimitero ebraico fuori le mura di Gerusalemme. Se si prendono in considerazione, poi, i versetti della Bibbia in cui si legge: “E così Gesù ha sofferto fuori della porta della città”, non è difficile immaginare che sia proprio questo il luogo in cui Cristo fu sepolto. “Potremmo non essere assolutamente certi che il sito del Santo Sepolcro sia il luogo di sepoltura di Gesù, ma sicuramente non c’è altro sito che può farci porgere la stessa domanda. Quindi, non abbiamo alcun motivo per rifiutare l’autenticità di questa scoperta” ha spiegato Dan Bahat, l’ex archeologo della città di Gerusalemme. Secondo la tradizione cristiana il corpo di Gesù, fu posto su una lastra tagliata da una cava di calcare dopo che venne crocifisso dai Romani. La lastra sepolcrale era racchiusa in una struttura nota come l’Edicola. Si trattava di una struttura decorata dove venivano appesi lampade ad olio e candelabri. Secondo tradizione, nell’edicola il corpo di Gesù fu unto e avvolto in un panno e sepolto prima della risurrezione.
Lo stato della cremazione in Italia. Nel 2015 il 21% dei feretri è stato cremato.
Nel Regno Unito e nei maggiori paesi del Nord Europa la percentuale di defunti cremati si aggira intorno al 70%: in Italia siamo invece al 21% sul totale. Questo dato dimostra differenti vedute di pensiero all’interno del Vecchio Continente: in ogni caso nella nostra penisola il mercato della cremazione è in continua espansione. A rendere noti questi dati è uno studio del Codacons, che posizione il nostro paese fanalino di coda europeo nella speciale classifica relativa al numero di feretri cremati. Entriamo nel dettaglio con i numeri diffusi dall’associazione di difesa dei consumatori e dell’ambiente: nel 2015 si sono registrate 137.165 cremazioni, contro i 117.956 del 2014. Si tratta di una crescita annua del 16%. Tuttavia c’è molta disparità tra le diverse regioni italiane: il trend è in crescita al nord (specialmente a Milano), ma ancora non prende piede al sud, sia per una scarsa diffusione dei poli crematori sia per motivi legati alla tradizione del funerale classico. C’è spazio anche per il portafogli nella ricerca Codacons: il settore della cremazione genere in Italia un giro d’affari di 70 milioni di euro (2015), con tariffe molto diverse lungo tutto lo stivale. Perché questa disparità di costi? La Legge numero 26 del 28 febbraio 2001 stabilisce che la cremazione è un servizio pubblico locale a tutti gli effetti, sottoposto ad un regime di prezzi controllati. Sulla base di questa norma sono dunque individuate le tariffe massime applicabili al pubblico ma ciascun comune può differenziarle, introducendo per esempio incentivi o sconti.
Le previsioni di aumento della mortalità italiana secondo l’Istat.
Secondo le stime previsionali diffuse dall’ISTAT, calcolate per il periodo fino al 2065, la mortalità italiana sarà in costante aumento, inizialmente con una velocità di crescita contenuta e poi con un innalzamento sensibile dopo il 2030. L’ISTAT ha elaborato 3 scenari, di minima, centrale e di massima. Di seguito si riporta la stima dal 2017 al 2025, per lo scenario centrale, cioè quello più probabile.
Anno Morti
2017 622.637
2018 627.161
2019 631.490
2020 635.634
2021 639.571
2022 643.278
2023 646.791
2024 650.202
2025 653.589
Fondo per il rimpatrio -Fratelli Paternostro S.n.c.-
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Il Fondo per il rimpatrio (Legge 30 dicembre 1986, n. 943, artt. 13 e 14) è stato istituito presso l’Inps, con lo scopo di assicurare i necessari mezzi economici per il rimpatrio del lavoratore extracomunitario che ne sia privo.
Lo stesso Fondo assicura anche il rimpatrio delle salme dei lavoratori extracomunitari deceduti in Italia.
La contribuzione è stata soppressa dall’anno 2000, quindi si tratta di un Fondo ad esaurimento e le domande potranno essere accolte nei limiti della capienza residua del Fondo stesso.
A CHI SPETTA
Ai lavoratori subordinati extracomunitari.
In caso di rimpatrio di salme di lavoratori subordinati extracomunitari la richiesta può essere presentata da:
parenti entro il 4° grado della persona deceduta, residenti in Italia;
gli organismi rappresentativi di cittadini stranieri immigrati, formalmente istituiti presso le Amministrazioni Comunali;
le associazioni di cittadini stranieri immigrati non appartenenti all’Unione Europea, iscritte ad albi o registri istituiti ai sensi di legge presso le amministrazioni locali, regionali o statali;
le associazioni od organizzazioni che svolgono attività a favore degli immigrati e che siano iscritte ad albi o registri istituiti ai sensi di legge presso le amministrazioni locali, regionali o statali.
REQUISITI
I requisiti per richiedere l’intervento del Fondo per il rimpatrio nello Stato di cui hanno la cittadinanza sono:
residenza in Italia;
regolare permesso di soggiorno (anche scaduto purché la scadenza non sia superiore a sei mesi);
valido rapporto di lavoro subordinato e per i quali sia stato versato (o sia dovuto) almeno un contributo obbligatorio;
mancanza di mezzi economici per sostenere le spese a tal fine necessarie che deve essere attestata mediante una dichiarazione di responsabilità rilasciata dal lavoratore stesso al momento della richiesta di intervento del Fondo. Per mancanza di mezzi economici deve intendersi il possesso, da parte del lavoratore extracomunitario, di un reddito il cui ammontare, nel corso dell’anno, non sia superiore a quello necessario per ottenere la pensione sociale.
Il lavoratore extracomunitario, poiché la legge espressamente non lo vieta, può beneficiare più di una volta della prestazione a carico del Fondo per il rimpatrio, purché il nuovo rapporto di lavoro, regolarmente costituito, non sia stagionale e siano trascorsi almeno due anni dal precedente rimpatrio.
In caso di rimpatrio di salme di lavoratori subordinati extracomunitari valgono gli stessi requisiti.
QUANTO SPETTA
L’INPS si assume l’onere del rimpatrio sostenendo il costo del biglietto relativo al mezzo di trasporto di cui il lavoratore si servirà (aereo, treno, nave o altro mezzo pubblico).
In caso di rimpatrio di salma di lavoratore subordinato extracomunitario l’Istituto rimborsa le spese funerarie e di trasporto per il rimpatrio della salma stessa alla persona che le ha sostenute.
A CHI NON SPETTA
Non possono usufruire del fondo per il rimpatrio:
i lavoratori frontalieri;
i lavoratori stranieri ospiti per motivi di studio o di formazione professionale;
3. gli stranieri occupati da organizzazioni o imprese operanti nel territorio della Repubblica Italiana, che siano state ammesse temporaneamente, su domanda del datore di lavoro, per adempiere funzioni e compiti specifici, per un periodo determinato, e che siano tenute a lasciare il paese quando tali funzioni o compiti siano terminati;
gli stranieri occupati in istituzioni di diritto internazionale;
gli artisti e i lavoratori dello spettacolo, salvo quanto previsto dal comma 2 della citata legge;
i marittimi;
tutti i cittadini degli stati membri della CEE;
i lavoratori extracomunitari per i quali sono previste norme particolari più favorevoli anche in attuazioni di accordi internazionali.
LA DOMANDA
Per la concessione della prestazione gli interessati devono presentare apposita domanda tramite uno dei seguenti canali (circolare INPS n. 42 del 21.03.2012):
web – avvalendosi dei servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN dispositivo attraverso il portale dell’Istituto www.inps.it servizi On-line – Servizi per il cittadino – Invio domande di prestazione a sostegno del reddito – Rimpatrio lavoratore extracomunitario.
telefono – chiamando il Contact Center integrato al numero 803164 gratuito da rete fissa o al numero 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico, abilitati ad acquisire le domande di prestazioni ed altri servizi per venire incontro alle esigenze di coloro che non dispongono delle necessarie capacità o possibilità di interazione con l’Inps per via telematica;
enti di Patronato e intermediari autorizzati dall’Istituto, che mettono a disposizione dei cittadini i necessari servizi telematici.
La domanda dovrà essere corredata della seguente documentazione:
passaporto;
dichiarazione dell’ultimo datore di lavoro comprovante il rapporto di lavoro o documenti equivalenti (bollettino del versamento dei contributi, copia dell’autorizzazione all’avviamento al lavoro controfirmata dal datore di lavoro, busta paga, ecc.);
Dopo aver effettuato tutti gli adempimenti di competenza l’Istituto comunicherà per iscritto agli interessati, il diritto o meno alla prestazione, invitandoli, in caso positivo, ad attendere apposita comunicazione da parte dell’organizzazione internazionale per le migrazioni (O.I.M.), organizzazione incaricata dall’Istituto di curare il rilascio dei titoli di viaggio necessari per il rimpatrio.
In caso di rimpatrio di salma di lavoratore extracomunitario il firmatario della domanda, presentata anche in questo caso esclusivamente in via telematica, dovrà:
essere un familiare o la persona che avrà sostenuto tutte le spese di trasporto della salma;
rilasciare la dichiarazione di responsabilità, attestante lo stato di indigenza del lavoratore deceduto.
La domanda dovrà essere corredata dai seguenti documenti:
documentazione attestante la relazione di parentela;
certificato di morte della persona immigrata, attestante data e luogo del decesso;
dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante che le spese non sono state sostenute da altra istituzione o ente pubblico;
fattura e/o altra documentazione contabile relativa alle spese sostenute per il trasferimento della salma.
La liquidazione agli interessati delle spese sostenute per la traslazione della salma è effettuata direttamente dall’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) che successivamente richiederà all’Agenzia Complessa di Ostia-Lido il rimborso degli importi anticipati per conto dell’INPS.
CREMAZIONE: L’alternativa a Palermo per la Sicilia
Un cambiamento nella cultura di Messina – Un’inversione di tendenza passata in secondo piano, ma che spiega bene il trascorrere dei tempi. Nella città dello Stretto ha iniziato a prender piede, con un certo successo, il fenomeno della cremazione nello storico campo santo del luogo. L’impianto crematorio, realizzato al cimitero Monumentale di Messina, è entrato in funzione il 22 agosto, ma sembra aver già un grande seguito. Può apparire incredibile, eppure è così. In soli tre mesi sono state effettuate ben 350 cremazioni, ovvero quattro al giorno. Il 50 per cento delle cremazioni ha riguardato non residenti e nell’ordine, sulle tre scelte consentite dopo questa pratica, c’è al primo posto l’affidamento delle ceneri, al secondo l’opzione della collocazione dentro il cimitero e al terzo posto la dispersione in ambienti naturali. Una vera e propria rivoluzione per una città come Messina, che ha sempre fatto dell’arte funeraria un vanto e una tradizione imprescindibile. Un cambiamento radicale in nome del rispetto dell’ambiente, considerando che l’impianto, ad altissima tecnologia, non emette fumi in atmosfera come prescritto dai più recenti orientamenti normativi europei, internazionali e dalle indicazioni regionali.
Una soluzione contro quell’orrendo deposito di defunti – È una soluzione concreta al problema decennale che attanaglia il cimitero messinese. Si, il riferimento è a quell’antipatico deposito di bare che si trova dentro il Monumentale. Un luogo sempre pieno, dove in estate sono attivi dei ventilatori per impedire che si alzi un cattivo odore dovuto alla putrefazione dei cadaveri. Parenti e amici, spesso e volentieri, sono costretti ad attendere mesi e mesi per veder tumulata la persona cara. Uno strazio, una mancanza di rispetto che per i residenti in altre zone d’Italia è qualcosa di incredibile. Provate a raccontargli la storia del deposito e vedrete quale sarà la loro reazione. Eppure è la triste realtà. In un contesto del genere, però, la cremazione potrebbe essere una soluzione alternativa. Una scelta intelligente sotto diversi punti di vista: si rispetta l’ambiente circostante, si recupera spazio e magari un giorno si porrà fine alle orrende costruzioni di palazzine in cui vengono tumulati i defunti e inoltre si contribuisce a svuotare quel maledetto deposito. Un salone utilizzato come se non ci fosse alcun riguardo per i morti. Un vero e proprio paradosso da queste parti, tenendo presente la centralità che il messinese attribuisce alla tradizione dei defunti.
Una pratica economica per i residenti, ma ci saranno agevolazioni per tutti – Le cremazioni, ormai, sono approvate dalla Chiesa cattolica e nel cimitero Monumentale di Messina hanno permesso di iniziare a svuotare il deposito che al momento conta circa 400 salme. Molti familiari che hanno i loro cari “parcheggiati” in quel luogo irrispettoso, hanno deciso di fare il grande passo e pur di toglierli da quello spazio si sono convinti della bontà della pratica di cremazione. In realtà, è bene sottolinearlo, diverse persone hanno iniziato a guardare con interesse alla cremazione anche per i costi esigui per i residenti e qui la crisi economica ha il suo peso: il prezzo è di 410,40 euro. Già, i residenti. È necessario fare una distinzione tra abitanti e altre persone provenienti da diverse città del sud Italia, perché l’impianto crematorio di Messina sta diventando un punto di riferimento nel meridione. È molto apprezzato per l’efficienza e il rispetto del dolore. L’unica pecca è quella dei prezzi. La differenza con un residente, infatti, è sin troppo evidente: si parte da 577 o 857 euro, fino a 1.167 euro per la cremazione di defunti extra residenti i cui corpi sono stati posizionati in casse con doppio zinco. Da gennaio, però, per venire incontro alle esigenze dei non residenti entreranno in vigore delle agevolazioni per abbassare i costi: il pagamento online e le prenotazioni per le operazioni di cremazione.
Funermostra 2017. Il business in primo piano.
Funermostra, l’Esposizione Internazionale dei prodotti e dei Servizi Funerari, prepara la prossima edizione in programma a Valencia dal 24 al 26 maggio 2017. L’evento, per il quale è iniziata la commercializzazione degli spazi, si prefigge di accrescere la propria offerta espositiva e per tale motivo ha incrementato la propria azione di promozione a livello nazionale ed internazionale. Le prospettive sono decisamente interessanti. “Molte aziende estere, prevalentemente da Italia e Portogallo, hanno manifestato interesse ad essere presenti per cogliere le opportunità offerte dal mercato spagnolo”, afferma Beatriz Colom, direttore di Funermostra. “E anche i più importanti Gruppi funerari della Spagna, così come l’Associazione Nazionale dei Servizi Funebri (Panasef), hanno già assicurato la propria presenza per recitare un ruolo di primo piano all’interno della rassegna. Nella precedente edizione abbiamo registrato la presenza di oltre 1.100 imprese funebri e di più di 2.500 professionisti. Nel 2017 ci proponiamo di superare questi risultati proponendoci anche come piattaforma di business e di networking per il comparto funerario e cimiteriale”.
Il Papa scrive a una bimba malata. La lettera letta ai funerali.
“Carissima Paolina, le tue foto sono sulla mia scrivania, perché nel tuo sguardo veramente speciale io vedo la luce della bontà e dell’innocenza. Grazie per avermele inviate!“. Inizia così una lettera indirizzata il 22 settembre da Papa Francesco a una bambina gravemente malata, resa nota nei giorni scorsi in occasione del suo funerale.
Decesso di un parente: che fare col conto corrente
Morte di un parente o un familiare: le pratiche burocratiche per poter disporre dei beni depositati in banca dal defunto. Le differenze tra conto a intestatario unico o cointestato.
La morte di un parente stretto, anche se in modo improvviso, deve essere affrontata con la necessaria lucidità per non avere brutte sorprese derivate da questa triste circostanza. Espletate le più urgenti pratiche di rito(comunicazione al medico curante, all’Asl, all’ufficio Anagrafe del Comune, all’impresa di pompe funebri), è importante muoversi quanto prima su un altro fronte: la banca in cui il defunto ha conti correnti o titoli.
Decesso di un parente: il conto corrente in banca
Non appena riceve comunicazione del decesso, la banca provvede a bloccare il suo conto corrente e qualsiasi altro rapporto tra il defunto e l’istituto di credito. Questo per impedirne l’accesso a chiunque prima che siano stati identificati gli eredi. Ci sono, però, due possibilità: che il conto abbia un unico intestatario oppure che sia cointestato, ad esempio, con il coniuge.
Conto con intestatario unico
Nel primo caso, gli eredi sono obbligati a comunicare alla banca il decesso del parente attraverso un certificato di morte e di riconsegnare assegni non utilizzati, carte di credito o bancomat. Hanno anche il diritto di conoscere se il loro congiunto aveva altri tipi rapporti con l’istituto. Soltanto quando la pratica di successione verrà risolta, il conto sarà sbloccato ed i legittimi eredi potranno avere accesso al beni del defunto.
Conto cointestato
Se, invece, il decesso colpisce il cointestatario di un conto, bisogna considerare, anche in questo caso due possibilità:
- Il conto a firma disgiunta, che consente a ciascuno dei cointestatari di prelevare dei soldi senza il consenso degli altri. Facoltà che, a questo punto, spetterà agli eredi dopo aver fatto una semplice variazione di intestazione a loro favore.
- Il conto a firma congiunta, che vincola tutti i cointestatati ad essere d’accordo anche per un semplice prelievo. In questo caso, il conto viene bloccato fino all’identificazione attestata dei legittimi eredi, i quali potranno successivamente operare insieme all’intestatario rimasto in vita.
Il conto cointestato, comunque, garantisce agli eredi soltanto il 50%del denaro depositato, mentre l’altra metà può essere liquidata all’intestatario rimasto in vita.
La tassa di successione
Naturalmente, tutto questo ha un prezzo. Per poter acquisire il patrimonio del parente deceduto bisogna versare delle imposte in base al rapporto di parentela con il defunto. Il primo passo da fare, entro 12 mesi dalla data del decesso, è quello di recarsi all’Agenzia delle Entrate e compilare un modulo da consegnare nella banca in cui il familiare scomparso aveva il conto corrente oppure dei soldi investiti. La tassa di successione varia normalmente da un minimo del 4% ad un massimo dell’8% del valore dei risparmi. C’è un unico caso in cui non si pagherà nulla: quando non verranno superate le franchigie fissate in base ai vincoli di parentela con il defunto. Per avviare le pratiche di successione, dovranno essere presentati in banca il certificato di morte del titolare del conto, lo stato di famiglia, il saldo del conto e l’eventuale copia del testamento.