Si svolgerà ad Amsterdam dall’8 al 12 dicembre LXRY 2016 (www.lxry.nl), uno fra gli appuntamenti più attesi nel panorama delle rassegne internazionali che riuniscono i massimi esponenti nel settore dei beni di lusso. Fra le eccellenze che rappresenteranno ai più elevati livelli il prodotto italiano di qualità spicca Art Funeral Italy di Paolo Imeri, brand specializzato nell’arte funeraria che ha da tempo abituato i propri estimatori a scoprire proprio in questo genere di eventi le ultime novità di prodotto riservate ad un mercato di nicchia. Ma il vero carattere distintivo dell’azienda di Caravaggio è quello di essere fortemente impegnata nella valorizzazione dell’artigianato italiano grazie ad oggetti dalla fortissima identità costruiti totalmente nel nostro Paese con le essenze più pregiate. Prodotti raffinati e alla portata di tutti, dal design esclusivo e dalle linee morbide e pulite: queste sono le peculiarità di Art Funeral Italy di Paolo Imeri che in Olanda presenterà un prestigioso cofano funebre in teak e una nuova linea artistica di urne cinerarie, tutti rigorosamente realizzati a mano.
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Lo stato della cremazione in Italia. Nel 2015 il 21% dei feretri è stato cremato.
Nel Regno Unito e nei maggiori paesi del Nord Europa la percentuale di defunti cremati si aggira intorno al 70%: in Italia siamo invece al 21% sul totale. Questo dato dimostra differenti vedute di pensiero all’interno del Vecchio Continente: in ogni caso nella nostra penisola il mercato della cremazione è in continua espansione. A rendere noti questi dati è uno studio del Codacons, che posizione il nostro paese fanalino di coda europeo nella speciale classifica relativa al numero di feretri cremati. Entriamo nel dettaglio con i numeri diffusi dall’associazione di difesa dei consumatori e dell’ambiente: nel 2015 si sono registrate 137.165 cremazioni, contro i 117.956 del 2014. Si tratta di una crescita annua del 16%. Tuttavia c’è molta disparità tra le diverse regioni italiane: il trend è in crescita al nord (specialmente a Milano), ma ancora non prende piede al sud, sia per una scarsa diffusione dei poli crematori sia per motivi legati alla tradizione del funerale classico. C’è spazio anche per il portafogli nella ricerca Codacons: il settore della cremazione genere in Italia un giro d’affari di 70 milioni di euro (2015), con tariffe molto diverse lungo tutto lo stivale. Perché questa disparità di costi? La Legge numero 26 del 28 febbraio 2001 stabilisce che la cremazione è un servizio pubblico locale a tutti gli effetti, sottoposto ad un regime di prezzi controllati. Sulla base di questa norma sono dunque individuate le tariffe massime applicabili al pubblico ma ciascun comune può differenziarle, introducendo per esempio incentivi o sconti.
Le previsioni di aumento della mortalità italiana secondo l’Istat.
Secondo le stime previsionali diffuse dall’ISTAT, calcolate per il periodo fino al 2065, la mortalità italiana sarà in costante aumento, inizialmente con una velocità di crescita contenuta e poi con un innalzamento sensibile dopo il 2030. L’ISTAT ha elaborato 3 scenari, di minima, centrale e di massima. Di seguito si riporta la stima dal 2017 al 2025, per lo scenario centrale, cioè quello più probabile.
Anno Morti
2017 622.637
2018 627.161
2019 631.490
2020 635.634
2021 639.571
2022 643.278
2023 646.791
2024 650.202
2025 653.589
CREMAZIONE: L’alternativa a Palermo per la Sicilia
Un cambiamento nella cultura di Messina – Un’inversione di tendenza passata in secondo piano, ma che spiega bene il trascorrere dei tempi. Nella città dello Stretto ha iniziato a prender piede, con un certo successo, il fenomeno della cremazione nello storico campo santo del luogo. L’impianto crematorio, realizzato al cimitero Monumentale di Messina, è entrato in funzione il 22 agosto, ma sembra aver già un grande seguito. Può apparire incredibile, eppure è così. In soli tre mesi sono state effettuate ben 350 cremazioni, ovvero quattro al giorno. Il 50 per cento delle cremazioni ha riguardato non residenti e nell’ordine, sulle tre scelte consentite dopo questa pratica, c’è al primo posto l’affidamento delle ceneri, al secondo l’opzione della collocazione dentro il cimitero e al terzo posto la dispersione in ambienti naturali. Una vera e propria rivoluzione per una città come Messina, che ha sempre fatto dell’arte funeraria un vanto e una tradizione imprescindibile. Un cambiamento radicale in nome del rispetto dell’ambiente, considerando che l’impianto, ad altissima tecnologia, non emette fumi in atmosfera come prescritto dai più recenti orientamenti normativi europei, internazionali e dalle indicazioni regionali.
Una soluzione contro quell’orrendo deposito di defunti – È una soluzione concreta al problema decennale che attanaglia il cimitero messinese. Si, il riferimento è a quell’antipatico deposito di bare che si trova dentro il Monumentale. Un luogo sempre pieno, dove in estate sono attivi dei ventilatori per impedire che si alzi un cattivo odore dovuto alla putrefazione dei cadaveri. Parenti e amici, spesso e volentieri, sono costretti ad attendere mesi e mesi per veder tumulata la persona cara. Uno strazio, una mancanza di rispetto che per i residenti in altre zone d’Italia è qualcosa di incredibile. Provate a raccontargli la storia del deposito e vedrete quale sarà la loro reazione. Eppure è la triste realtà. In un contesto del genere, però, la cremazione potrebbe essere una soluzione alternativa. Una scelta intelligente sotto diversi punti di vista: si rispetta l’ambiente circostante, si recupera spazio e magari un giorno si porrà fine alle orrende costruzioni di palazzine in cui vengono tumulati i defunti e inoltre si contribuisce a svuotare quel maledetto deposito. Un salone utilizzato come se non ci fosse alcun riguardo per i morti. Un vero e proprio paradosso da queste parti, tenendo presente la centralità che il messinese attribuisce alla tradizione dei defunti.
Una pratica economica per i residenti, ma ci saranno agevolazioni per tutti – Le cremazioni, ormai, sono approvate dalla Chiesa cattolica e nel cimitero Monumentale di Messina hanno permesso di iniziare a svuotare il deposito che al momento conta circa 400 salme. Molti familiari che hanno i loro cari “parcheggiati” in quel luogo irrispettoso, hanno deciso di fare il grande passo e pur di toglierli da quello spazio si sono convinti della bontà della pratica di cremazione. In realtà, è bene sottolinearlo, diverse persone hanno iniziato a guardare con interesse alla cremazione anche per i costi esigui per i residenti e qui la crisi economica ha il suo peso: il prezzo è di 410,40 euro. Già, i residenti. È necessario fare una distinzione tra abitanti e altre persone provenienti da diverse città del sud Italia, perché l’impianto crematorio di Messina sta diventando un punto di riferimento nel meridione. È molto apprezzato per l’efficienza e il rispetto del dolore. L’unica pecca è quella dei prezzi. La differenza con un residente, infatti, è sin troppo evidente: si parte da 577 o 857 euro, fino a 1.167 euro per la cremazione di defunti extra residenti i cui corpi sono stati posizionati in casse con doppio zinco. Da gennaio, però, per venire incontro alle esigenze dei non residenti entreranno in vigore delle agevolazioni per abbassare i costi: il pagamento online e le prenotazioni per le operazioni di cremazione.
Funermostra 2017. Il business in primo piano.
Funermostra, l’Esposizione Internazionale dei prodotti e dei Servizi Funerari, prepara la prossima edizione in programma a Valencia dal 24 al 26 maggio 2017. L’evento, per il quale è iniziata la commercializzazione degli spazi, si prefigge di accrescere la propria offerta espositiva e per tale motivo ha incrementato la propria azione di promozione a livello nazionale ed internazionale. Le prospettive sono decisamente interessanti. “Molte aziende estere, prevalentemente da Italia e Portogallo, hanno manifestato interesse ad essere presenti per cogliere le opportunità offerte dal mercato spagnolo”, afferma Beatriz Colom, direttore di Funermostra. “E anche i più importanti Gruppi funerari della Spagna, così come l’Associazione Nazionale dei Servizi Funebri (Panasef), hanno già assicurato la propria presenza per recitare un ruolo di primo piano all’interno della rassegna. Nella precedente edizione abbiamo registrato la presenza di oltre 1.100 imprese funebri e di più di 2.500 professionisti. Nel 2017 ci proponiamo di superare questi risultati proponendoci anche come piattaforma di business e di networking per il comparto funerario e cimiteriale”.
Il Papa scrive a una bimba malata. La lettera letta ai funerali.
“Carissima Paolina, le tue foto sono sulla mia scrivania, perché nel tuo sguardo veramente speciale io vedo la luce della bontà e dell’innocenza. Grazie per avermele inviate!“. Inizia così una lettera indirizzata il 22 settembre da Papa Francesco a una bambina gravemente malata, resa nota nei giorni scorsi in occasione del suo funerale.
Decesso di un parente: che fare col conto corrente
Morte di un parente o un familiare: le pratiche burocratiche per poter disporre dei beni depositati in banca dal defunto. Le differenze tra conto a intestatario unico o cointestato.
La morte di un parente stretto, anche se in modo improvviso, deve essere affrontata con la necessaria lucidità per non avere brutte sorprese derivate da questa triste circostanza. Espletate le più urgenti pratiche di rito(comunicazione al medico curante, all’Asl, all’ufficio Anagrafe del Comune, all’impresa di pompe funebri), è importante muoversi quanto prima su un altro fronte: la banca in cui il defunto ha conti correnti o titoli.
Decesso di un parente: il conto corrente in banca
Non appena riceve comunicazione del decesso, la banca provvede a bloccare il suo conto corrente e qualsiasi altro rapporto tra il defunto e l’istituto di credito. Questo per impedirne l’accesso a chiunque prima che siano stati identificati gli eredi. Ci sono, però, due possibilità: che il conto abbia un unico intestatario oppure che sia cointestato, ad esempio, con il coniuge.
Conto con intestatario unico
Nel primo caso, gli eredi sono obbligati a comunicare alla banca il decesso del parente attraverso un certificato di morte e di riconsegnare assegni non utilizzati, carte di credito o bancomat. Hanno anche il diritto di conoscere se il loro congiunto aveva altri tipi rapporti con l’istituto. Soltanto quando la pratica di successione verrà risolta, il conto sarà sbloccato ed i legittimi eredi potranno avere accesso al beni del defunto.
Conto cointestato
Se, invece, il decesso colpisce il cointestatario di un conto, bisogna considerare, anche in questo caso due possibilità:
- Il conto a firma disgiunta, che consente a ciascuno dei cointestatari di prelevare dei soldi senza il consenso degli altri. Facoltà che, a questo punto, spetterà agli eredi dopo aver fatto una semplice variazione di intestazione a loro favore.
- Il conto a firma congiunta, che vincola tutti i cointestatati ad essere d’accordo anche per un semplice prelievo. In questo caso, il conto viene bloccato fino all’identificazione attestata dei legittimi eredi, i quali potranno successivamente operare insieme all’intestatario rimasto in vita.
Il conto cointestato, comunque, garantisce agli eredi soltanto il 50%del denaro depositato, mentre l’altra metà può essere liquidata all’intestatario rimasto in vita.
La tassa di successione
Naturalmente, tutto questo ha un prezzo. Per poter acquisire il patrimonio del parente deceduto bisogna versare delle imposte in base al rapporto di parentela con il defunto. Il primo passo da fare, entro 12 mesi dalla data del decesso, è quello di recarsi all’Agenzia delle Entrate e compilare un modulo da consegnare nella banca in cui il familiare scomparso aveva il conto corrente oppure dei soldi investiti. La tassa di successione varia normalmente da un minimo del 4% ad un massimo dell’8% del valore dei risparmi. C’è un unico caso in cui non si pagherà nulla: quando non verranno superate le franchigie fissate in base ai vincoli di parentela con il defunto. Per avviare le pratiche di successione, dovranno essere presentati in banca il certificato di morte del titolare del conto, lo stato di famiglia, il saldo del conto e l’eventuale copia del testamento.
Legge di bilancio 2017: proposto un emendamento sulle spese funebri e cimiteriali.
Legge di bilancio 2017:
É stato inserito fra gli emendamenti proposti alla legge di bilancio 2017 quello riguardante le misure fiscali sui costi funerari e cimiteriali. L’emendamento in questione è il numero 2.42 a firma Ghizzoni.
Questo il testo proposto:
“Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:
2-bis. All’articolo 15, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) la lettera d) è sostituita dalla seguente: « d) le spese funebri, per le opere lapidee cimiteriali e per la relativa accessoristica funebre sostenute in dipendenza della morte di persone, per una cifra complessiva pari al 75 per cento delle spese sostenute e documentate, fino a un totale di 7.500 euro»;
b) dopo la lettera d) sono inserite le seguenti: « d-bis) i premi, rateali o in unica soluzione, corrisposti ad una società di assicurazioni per la previdenza funebre, nella misura pari al 75 per cento della spesa sostenuta e fino all’importo massimo di 7,500 euro nell’esercizio in cui sono corrisposti. La detrazione di cui alla presente lettera non è cumulabile con quella di cui alla lettera d);
d-ter) i premi, rateali o in unica soluzione, corrisposti a una società di assicurazioni per la previdenza cimiteriale, nella misura massima pari al 75 per cento della spesa sostenuta e fino all’importo massimo di 7.500 euro nell’esercizio in cui sono corrisposti ».
2-ter. Al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all’articolo 10, primo comma, il numero 27) è abrogato; b) alla tabella A, parte III, è aggiunto, in fine, il seguente numero: « 127-vicies) prestazioni proprie di pompe funebri, servizi necroscopici, servizi cimiteriali e per la cremazione e di forniture di beni ad essi connessi, nonché lavori di edilizia cimiteriale, opere lapidee cimiteriali e relativa accessoristica funebre ».
2-quater. Le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 48, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, e successive modificazioni, si applicano, nella misura del 40 per cento dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino al 31 dicembre 2016 e nella misura del 50 per cento a decorrere dal 1 gennaio 2017, anche alle spese sostenute per lavori di ristrutturazione o restauro di tombe, cappelle, sepolcri e manufatti cimiteriali in genere.
2-quinquies. La detrazione spettante ai sensi del comma 2 quater è ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 24, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e successive modificazioni.
Conseguentemente sostituire la rubrica con la seguente: (Detrazioni fiscali per ristrutturazione edilizia, riqualificazione antisismica ed energetica, costi funerari e cimiteriali, acquisto mobili).
Conseguentemente, all’articolo 81, comma 2, sostituire le parole: 300 milioni con le seguenti: 290 milioni di euro”.
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Un Diamante per Ricordare
Noi siamo diamanti, nella nostra purezza o nella nostra opacità, nel nostro colore e nelle nostre inclusioni, che ci rendono così imperfetti e, proprio per questo, così speciali. Abbiamo molte sfaccettature e brilliamo in una maniera tutta nostra, a seconda del lato che decidiamo di esporre, o che gli altri decidono di guardare. Chi ci ama saprà metterci sotto la luce giusta, quella che ci farà brillare per sempre. Oltre la memoria, oltre il dolore, oltre la Vita.
Il diamante della memoria
Il Diamante della Memoria Fratelli Paternostro a Palermo è qualcosa di unico, come unica è ogni persona, come unico è chi non c’è più. Viene generato esclusivamente con le ceneri provenienti dalla cremazione, senza additivi. Durante l’intero processo di realizzazione il diamante non verrà mai toccato da mani nude e sarà consegnato all’interno di una custodia apposita.
In base alla composizione chimica delle ceneri, ogni diamante brillerà con tonalità proprie di bianco e di blu. Non ci saranno mai due diamanti uguali, perché nessuna persona, nella sua vita, è stata mai uguale a un’altra.
I Diamanti della Memoria, creati in laboratorio tramite un processo di sintesi e trasformazione, sono diamanti autentici, con le stesse proprietà fisiche, chimiche e ottiche dei diamanti naturali.
Possono essere realizzati diamanti di differente peso, da 0,3 a 1,0 carati. Il colore varia dal bianco trasparente a diverse gradazioni di blu, in base alla quantità di boro presente nelle ceneri. Possono essere scelti diversi tipi di tagli. La consegna del diamante avviene all’interno di una custodia personalizzabile con un’incisione laser, per un massimo di 75 caratteri.
La produzione prevede le seguenti fasi:
- Ricevimento delle ceneri
- Analisi chimica
- Estrazione del carbonio
- Preparazione della grafite
- Sintesi del diamante
- Taglio e pulitura
- Qualità e certificazione
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